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Oscar 2023, Hollywood celebra se stessa, tra mondi paralleli ed icone del passato.

Dopo la lunga parentesi pandemica, ecco che gli Oscar 2023 tornano a brillare più che mai. E quest'anno, in maniera particolare, e grazie al contributo di pellicole che celebrano le icone immortali di Marylin ed Elvis, si discute anche sul futuro del grande schermo, tra nomi stranoti (vedi il Re Spielberg) e di nuovi registi ed attori ritrovati, che mostrano l'altro volto del nuovo Cinema che verrà.
Poi ci sono i veri Outsiders con "Everything, Everywhere, All at once", che sbancano con ben 7 statuette, e che sconvolgono letteralmente questa folle edizione, creando un "reale" spartiacque, tra il passato ed il futuro del Cinema mondiale.
Collina di Hollywood a Los Angeles

Mentre la famosa scritta di Hollywood che splende incastonata tra le colline di Los Angeles, in California, ha appena compiuto i suoi ben 101 anni di presenza, (grazie ad un re-stilyng unico nel suo genere, trasmesso direttamente in streaming lo scorso settembre), il mondo degli appassionati di Cinema e del Red carpet, si è fermato nuovamente.


Gli Oscar 2023, appena conclusi nella tarda nottata Italiana (o prime luci del mattino) hanno rivelato non poche sorprese, regalando infatti qualche emozione e colpo di scena come da "copione" (fortunatamente schiaffi esclusi, questa volta), con un vero ed unico leitmotiv di serata: e cioè con la celebrazione di Hollywood (da parte di Hollywood) del Cinema di ieri, oggi e domani. Una vera celebrazione di passaggio, o meglio di consegna tra il vecchio ed il nuovo fare Cinema, dunque.


Tutto è possibile ad Hollywood


E non sarà sfuggito, neppure a chi segue già Netflix, una serie in particolare, (il cui titolo è appunto Hollywood), il cui core è rappresentato dal desiderio viscerale di alcuni attori nell'ottenere il grande successo nella magica terra dei sogni, e che si conclude proprio nell'ultima puntata, con la consegna dell'ambita statuetta, e che sembra singolarmente preconizzare l'evento appena terminato, nella notte scorsa.


Infatti, l'attrice asiatica (Michelle Krusiec) presente nella mini Serie TV, ottiene alla fine il suo meritatissimo Oscar come migliore attrice, così come la stessa (quella vera) di Michelle Yeoh che ha appena vinto per la stessa categoria, (prima attrice asiatica nella storia, in assoluto) con il geniale low-budget film di "Everything, Everywhere All at Once". (Guardalo su Paramount, qui) Che si tratti di casualità o probabilità statistica concretizzata, non è dato saperlo, ma possiamo senz'altro dire che "la realtà supera spesso la finzione" o ne è implicitamente intrecciata in maniera simbolica e non narrabile, dato che la stessa trama del film, offre ad una vita sommariamente ordinaria, la straordinarietà di poterla vivere attraverso le infinite possibilità disponibili, sia per la protagonista che per la sua famiglia, in una Wonderland senza fine, o Multiverso fattuale, dove al suo interno si muovono la fragilità e la forza umana, oltre i determinati confini di spazio e tempo.

I meritatissimi 7 Oscar vinti per questo rocambolesco film, che si impone da Outsider e che insegue fortemente lo spirito dei tempi incerti in cui viviamo, incorpora in sé tutti i generi possibili (dramma, thriller, comico, parabola d'amore, etc.) intrecciando vorticosamente citazioni da Matrix ed arti marziali, in una ritmica spiazzante e frizzante al tempo stesso, che sovrasta del tutto anche il magistrale lavoro di Steven Spielberg tra tutti, il quale esce purtroppo a mani vuote nella sua dichiarazione d'amore appassionata verso il Cinema, che lo ha ispirato a regalarci sei decenni di capolavori indiscussi (The Fabelmans è un Film che consigliamo comunque di vedere), lasciandoci aperta un ulteriore finestra di discussione, e cioè:

- che Hollywood apre le sue porte finalmente in maniera ufficiale, al Cinema sia più lontano (geograficamente parlando), ma anche a nuovi confini d'ascolto e di visione culturale (vedi anche la statuetta per la migliore canzone, con Natu, un Film prettamente Indiano) con una quasi totale inclusione (già di tendenza negli ultimi tempi) sul tutto il panorama mondiale riguardo il concetto di diversity, nel suo complessivo.


Alla magnanime benevolenza (a volte forse un pò forzata) da parte di Hollywood nell'accogliere a braccia aperte il nuovo che incombe, vengono finalmente riconosciuti alcuni talenti di star dimenticate, ma sempre molto amate dal grande pubblico, quali:

- L'adorabile Short di Indiana Jones nel secondo Capitolo, Ke Huy Quan, vincitore del premio di Best supporting actor maschile e del commovente Brendan Frasier, come migliore attore, amabile gentiluomo di altri tempi anche nella vita o ancora della bravissima e simpatica Jamie Lee Curtis, nel ruolo di attrice non protagonista.

Oltre ciò, onestamente, va sottolineato che in realtà, nulla o "niente di nuovo sul fronte Cinematografico avviene davvero", (citazione presa dall'omonimo e bellissimo film, anch'esso premiato), dato che la cosiddetta "settima arte", vive ancora il suo lungo periodo di coma perenne, e da cui sembra non riuscire ancora a risvegliarsi.


Per capire l'origine di questa fase di stasi ed oblio insieme, tutto ci deve quindi rimandare all'origine di quella famosa scritta fissa sulle colline Californiane e di ciò che essa rappresenta di fatto, dietro la favola raccontata:

- e cioè della sua rimarchevole e potente presenza che a tutto tondo reclama a gran voce l'essenza stessa dello star system, ormai collaudato da quasi un secolo, e che si rivela come una spietata macchina da guerra, strategicamente perfetta per fare molti soldi al box office, in cui solo a volte, è capace di mostrare rare perle di bellezza della drammaturgia anglosassone (vedi per esempio in questa edizione anche il film "Gli spiriti dell'isola", distribuito dalla Walt Disney e prodotto dalla Searchlight Pictures e Film4, in associazione con TSG Entertainment, con produzione Blueprint Pictures).


Il costante rinnovamento è quindi un pò la vera ossessione nascosta di Hollywood, che si intende presentarsi sempre in una forma smagliante, elegante ed al passo coi tempi, se non fautore di tempi futuri, proprio come nella serie di Netflix (già sopra citata), ed in cui anche l'intramontabile tappeto Rosso, cambia il suo tradizionale colore in bianco champagne, se necessario.

Hollywood Ringrazia Hollywood


Ciò che molti fanno fatica a notare, comunque, è un lato ancora più nascosto che si cela dietro la magica serata degli Oscar 2023, in cui emerge delicatamente o subdolamente un messaggio implicito che ci parla: di una Hollywood che piano piano "sospira un interminabile addio" alla vecchia Hollywood, che fuma dietro le quinte, omaggiandola, per esempio, nel ricordo di alcune delle sue icone simbolo più famose (vedi Marilyn Monroe, Elvis Presley ma anche con il "vivente" ed immenso Steven Spielberg, fra tutti) che hanno da sempre parlato al paese ed al mondo intero, traghettando fino ad oggi l'American Dream, come slogan/bandiera degli USA, e che sta oggi mostrando per la prima volta, una inaspettata virata, e di passaggio, verso una nuova epoca Hollywoodiana, o meglio di un nuovo concetto del "sogno americano", più minimale e concettualmente introspettivo.


Durante la festa delle celebrazioni, e cioè della 95 esima Edizione, ciò che a nostro parere potrà rimanere o verrà ricordato, sarà soprattutto quella certa forma tradizionale di palesata riverenza, quasi ossessiva ed al contempo scalpitante, e se non addirittura ossequiosa, da parte di tutti i partecipanti ed addetti ai lavori, nei confronti di una realtà che non risponde più ai vecchi canoni oggettivi del passato (o meglio dire di una certa Hollywood che non non esiste più) e del suo ricordo, tenuto in vita, solo dalla programmazione del grande schermo. Un doveroso rispetto, che risponde ad un preciso galateo di pensiero e parole espresse, proprio come quando si guarda la foto di un caro defunto, che sarà vicino nel cuore, anche se fisicamente non ne fa più parte.


Nell'omaggiare il tempo d'oro che fu, ecco che allora la stessa Hollywood si ringrazia e si celebra, come non mai ed in tutti i modi possibili, in un ricordo struggente del tempo ormai lontano, ma pur sempre presente nei nostri cuori, che ci riporta ai migliori anni del Cinema sul grande schermo, mai davvero dimenticato. Ne è il perfetto esempio, di questo incessante sentimento di malinconica presenza, con il ritorno nelle sale di Titanic, il quale nel 1997, (25 anni fa) riuscì a "fare mambassa", con la vittoria di ben 11 statuette, al pari soltanto di altri due altrettanti capolavori (Ben Hur ed il Signore degli Anelli) e confermando ancora una volta oggi, con il record al box office dello stesso Film, che non esistono reali alternative di competizione nelle sale al suo pari, ad eccetto di Avatar 2, (sempre dello stesso regista Cameron) presente adesso nella programmazione.

All'insegna dei grandi ringraziamenti, arriva anche l'ultimo vero saluto a coloro che ci hanno lasciato ultimamente (Olivia Newton John, Gina Lollobrigida e molti altri) ed a una Hollywood dei miti veri, rimessa magistralmente in "celluloide", attraverso due vere icone senza tempo, che nel solo ventennio storico tra gli anni 50 e 70, hanno regalato pura magia e reale sogno americano, e che senza dubbio, meriterebbero un'intera serata dedicata, solo per poterle degnamente ricordare.


Parliamo ovviamente dei due Film in gara che narrano scorci inediti, sia su Marilyn Monroe che Elvis Presley: in un incontro virtuale a distanza, ecco che la super bionda esplosiva da un lato, e l'unico grande Re del Rock and Roll, entrambi morti molto giovani, e con due vite diverse ma analogamente drammatiche tra loro, valgono la pena di essere visti, se non per la bravura di entrambi gli attori, e per il semplice fatto che anch'esse, sono a nostro parere, un ulteriore conferma della direzione in cui Hollywood sta andando e cioè quella in cui:


"Si lascia con la tristezza nel cuore il vecchio che si è amato enormemente, per fare spazio all'ignoto che ancora non si conosce".

Un vero salto nel vuoto, dunque per Hollywood, che si sta preparando a compiere, e per così dire, lo si può dedurre anche da altri diversi aspetti o curiosità, notate durante la stessa notte degli Oscar 2023 appena conclusa, come:

- lo storico Red Carpet, che diventa per la prima volta in assoluto color "champagne", spiegato per motivi sostanzialmente tecnici, che rendono l'effetto notte anche di giorno;

- per la scenografia utilizzata nella storica location del Dolby Theatre in Los Angeles, che ha voluto rispolverare lo stile art deco degli anni ruggenti (anni 20), in una emozione di infinita malinconica memorabilia o forse chissà, di una più astuta strategia di marketing, per sponsorizzare il nuovissimo e maestoso Academy Museum, nella stessa città di LA.


Luci del cinema


Se il cinema è morto, allora... Lunga vita al Cinema!


Come ogni anno, e come abbiamo notato, si scontrano sempre più palesemente, due modi di fare Cinema: esiste il tipo commerciale o più comunemente detto Blockbuster, che punta soprattutto al guadagno del botteghino, e quello più intimo ed indipendente, che cerca di puntare all'originalità delle storie ed al carattere unico di personaggi fuori le righe, per incalzare su qualità e non solo sulla quantità di guadagno.

Sottolineiamo che, la mancanza di idee interessanti, spingono da tempo, sia gli sceneggiatori che i registi a decidere di investire e preferire spesso verso film del genere Biopics oppure su sequels e/o prequels dei famosi classici, rivelando così un altro grande limite del Cinema degli ultimi 10 anni. Si tratta infatti di un declino, per gli esperti di settore, che sembra inarrestabile, e che non vede ancora la fine, o almeno fino a quando, una nuova forma di Hollywood prenderà realmente piede, sostenuta dai suoi ammiratori più sentiti, sparsi nel mondo, nella rinascita di una Dreamland, che riporterà le persone a vedere i Films nelle sale, anche se i sogni assumono più storie bizzarre e tormentate che regolari e con il lieto fine (vedi il multi premiato "Everything...") ed in cui si preferiscono volti di attori e registi semi sconosciuti, con un ottica di visioni future differenti dal mondo del pensiero unico, che nel mentre, è inevitabilmente già cambiato e drasticamente, dopo gli ultimi tre anni.


Un addio comune alla vecchia guardia di Hollywood, a cui prima o poi forse ci dovremo sottoporre, e che non riguarda soltanto chi ci ha dovuto lasciare fisicamente, ma anche a chi, opera ancora nel settore e continua ad interpretare ruoli simili rispetto al passato, senza cogliere la nuova onda d'urto in arrivo.

Ma un domani del Cinema sembra essere allora già qui, in una versione parallela disponibile, o di un alternativo che si apre ai nostri occhi, alle nostre menti e ai nostri cuori, se sappiamo cogliere l'ignoto e lo accettiamo, proprio come nel miglior film degli Oscar 2023.


Se muore il vecchio Cinema, ecco che un nuovo Cinema risorge ed è già qui, accessibile per tutti noi.

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