Il cinema sta vivendo i suoi giorni più neri, tra chiusure e posti di lavoro persi. Un intero settore che rischia di scomparire, se non ci affrettiamo a salvarlo presto.
A pochi giorni da Pasqua, si contano i giorni (oltre i 100 giorni) dal momento in cui i Cinema (ed anche i Teatri) restano ancora chiusi al pubblico, a causa della pandemia. Mentre la cultura sta vivendo il suoi "giorni più neri", il Cinema resta immobile a guardare l'ombra di se stesso, abbandonato proprio nel luogo in cui le magie più belle, prendono vita. La cruda realtà è che rischia di scomparire per sempre se non riaprirà a breve le sue sale al pubblico di tutto il mondo (chiuse ormai quasi ovunque).
Una paura concreta che è confermata dai più grandi cineasti e gli altri appartenenti del mondo dello spettacolo. E' infatti plausibile pensare che "le sale cinematografiche potrebbero non sopravvivere all'impatto della pandemia", senza un reale aiuto economico da parte dei vari governi. Si scrivono allora appelli di SOS da Hollywood per Hollywood e non solo, affinché le istituzioni si attivino per salvare la cosiddetta settima arte.
Come possiamo dunque salvare il Cinema da questa "morte annunciata"? E siamo ancora in tempo per poter agire?
"Il Cinema non deve morire", come il capolavoro Thriller di Steven King
Nel capolavoro thriller di "Misery non deve morire" del 1991, riadattato dal best seller di Steven King e che valse una statuetta a Kathy Bates come miglior attrice, si narra la storia di un famoso scrittore, che al termine del suo ultimo lavoro non ancora pubblicato, viene sequestrato da una sua fan ossessionata dalla beniamina del libro (Misery, appunto). Lo stesso scrittore viene così costretto a letto per riscrivere un finale a favore di "Misery".
Proprio come nella trama del film, anche al Cinema servirebbe un finale alternativo, con una rinascita di tutto il settore artistico (mantenendo però l'accortezza di utilizzare delle modalità non drammatiche rispetto alla famosa pellicola).
Lo slogan di "#CinemasMustgoon"è quindi un forte grido di allarme che nasce da tutto il mondo del Cinema e milioni di appassionati del grande schermo. Ma la strada sembra essere in salita, affinché si possa parlare di un Restart concreto, che dovrebbe essere indirizzato verso due principali direzioni:
nel rispetto delle regole anti Covid, mantenendo le sale sanificate, con il corretto distanziamento e numero delle persone consentite;
mantenere alto l'appeal verso la sala cinematografica, costruendo delle strategie di rilancio per rendere protagonista il pubblico, ( es. creando degli eventi indimenticabili, con la presenza di attori e registi famosi).
Le produzioni si muovono ma non il Cinema in sala
Nell'incertezza di cosa accadrà nei prossimi mesi, alcune produzioni cinematografiche (soprattutto ad Hollywood) si sono comunque rimesse a lavoro. Se si pensa all'enorme sforzo di investire in un settore che al momento risulta inattivo, è di per sé un dato positivo importante. Anche se impiegare ingente denaro con ridotti margini sulla certezza dei risultati, apre a scenari incerti sui: tempi, qualità dei prodotti ed incassi ai botteghini.
Ne è una chiara dimostrazione l'ultimo capitolo di "Mission Impossible 7", (e con l'intenzione di far uscire nel 2022 MI8)con il super action actor Tom Cruise, il quale ha ripreso a girare in Italia soltanto nelle scorse settimane. Come riportato dal quotidiano "The Sun", una fonte ha dichiarato che lo stesso attore "si sente il primo responsabile nel cercare di far rispettare tutte le precauzioni anti Covid, affinché si possa continuare a fare il film", dato che l'ingente investimento "porta lavoro a migliaia di persone". La sua "sfuriata" verso alcuni membri della troupe sulle regole da rispettare, è oramai divenuta virale, mentre l'uscita del film, (ancora senza un titolo) è slittata ulteriormente a Novembre 2021.
Le innumerevoli difficoltà che grandi e piccole produzioni stanno incontrando con il Covid, è un fatto drammatico, che indebolisce la settima arte, mentre il cinema in sala resta a guardare se stesso senza prospettive future.
Se lo spettacolo non può continuare
“Durante la Seconda guerra mondiale il cinema non si è fermato, anche sotto le bombe le persone hanno continuato ad andare in sala." Marco Bellocchio
Il 2020 è stato l'anno dell'ecatombe di film non usciti o rimandati a nuove date ancora da confermare; come nel caso dell'ultimo James Bond "No time to die", che sembra aver finalmente stabilito un uscita ufficiale per il prossimo Aprile 2021 (ma vedremo se verrà mantenuta). Poi, ci sono casi di film che parlano di Covid in piena pandemia e che vengono distribuiti direttamente dalle case produttive sulle piattaforme Amazon prime Video (ma anche su Netflix); un esempio su tutti è il film "Borat 2", (trasmesso lo scorso 23 ottobre in streaming) il finto documentario in cui il giornalista Borat va in America per comprenderne la cultura, nel bel mezzo del Coronavirus.
Oltre al Cinema, tutto il settore artistico è ovviamente in profonda crisi. Il Teatro, la Musica ed i Musei hanno perso innumerevoli posti di lavoro in questi ultimi mesi e le perdite risultano incalcolabili. Ma per gli esperti virologi, è ancora troppo presto per riaprire e ridare un pò di sana normalità e divertimento alle persone. Se ripensiamo però al passato, in tempi di guerra e bombe che passavano sulla testa (per esempio durante il secondo conflitto mondiale) i Cinema restavano comunque aperti.
A tal proposito, il regista italiano Marco Bellocchio insieme ad altri colleghi, aveva recentemente firmato una lettera aperta al Governo, per richiamare ad una maggior fiducia verso il luogo del Cinema come esempio virtuosismo e di responsabilità nel controllo delle regole anti Covid (vedi la Mostra di Venezia) più efficace che in altri contesti, ed in cui i dati confermerebbero il suo pensiero. Lo stesso regista, evocando poi il passato, conclude che: "Durante la Seconda guerra mondiale il cinema non si è fermato, anche sotto le bombe le persone hanno continuato ad andare in sala". Il cinema è un bene primario e un grande simbolo, una possibilità di sogno e di speranza".
Anche Hollywood scrive il suo accorato appello, in cui i maggiori cineasti di sempre, come Clint Eastwood, Martin Scorsese, James Cameron ed altri, insieme ai tanti proprietari delle sale di proiezione, si sono uniti al Directors Guild of America, alla National Association of Theatre Owners e alla Motion Picture Association, per chiedere un sostegno economico ai leader della Camera e del Senato Americano con un intervento soprannominato Restart Act.
La situazione è talmente critica negli USA, che si teme la bancarotta o chiusura di circa il 69% delle piccole e medie imprese cinematografiche su tutto il territorio statunitense.
La cura del Cinema contro il rigore quotidiano
“Ricorderemo il mondo attraverso il cinema".
BERNARDO BERTOLUCCI
Come abbiamo visto, andare al Cinema, non è solo una forma di svago, ma una vera esperienza trascendentale, se si vuole, capace di trasportarci in altri mondi. In due ore e poco più, ci si può infatti immergere in una realtà lontano dalla nostra, "pur restando immobili mentre le immagini si muovono intono a noi" (Ennio Flaiano), in una danza degli occhi e dell'anima.
Inoltre, una delle ragioni più interessanti sul Cinema, è proprio quella di partecipare allo spettacolo attraverso il mito stesso del Cinema. Nel momento in cui si entra in sala, ci si siede e si aspetta quei primi istanti che inizi la pellicola; ed ecco che la magia prende forma con i primi suoni e colori e solo allora si entra nel mito stesso del Cinema, indossandolo e diventando parte di esso, senza che noi ce ne accorgiamo.
“Il Cinema è la raccolta di tutte le arti in una: e cioè della filosofia, musica, letteratura, pittura e teatro".
Akira Kurosawa
Infine, vedere un film è anche un "modo per ricordare il mondo che viviamo", (Bernardo Bertolucci) quello che è esistito prima di noi, ma anche quello futuro (ipotetico), mentre la "sala cinematografica diviene il luogo di educazione per le generazioni di persone in tutto il mondo". (Giuseppe Tornatore)
La prassi del Cinema, quindi, non è solo intrattenimento, ma come sottolinea il grande Akira Kurosawa: "è la raccolta di tutte le arti in una: e cioè della filosofia, musica, letteratura, pittura e teatro". E siamo d'accordo anche con le bellissime parole di Bellocchio che dice: "Il cinema è un bene primario e un grande simbolo, una possibilità di sogno e di speranza".
Perché è proprio in tempi di emergenza come oggi che il cinema serve più che mai, a ridare speranza laddove vi sia sconforto, a riportare la luce nell'animo umano oscurato dalla preoccupazione e dalla sofferenza. E perché il Cinema è la cura migliore al rigore ed il grigiore quotidiano. (OP)
Per mille altre ragioni ancora, ribadiamo che "il cinema non può morire"; anzi, tutti i Cinema devono poter continuare i loro show. (#CinemasMustgoon)
Possiamo salvare il Cinema e dobbiamo farlo presto, per noi stessi e per quel che resta dell'umanità.
A detta ciò, ci chiediamo se sia giusto sacrificare la cultura e tutto ciò che rende una vita piena, per combattere il virus? Senza dubbio, bisognerebbe ricordarsi ogni tanto, (ed a voce alta, possibilmente) che l'animo umano va curato in egual misura del corpo fisico.
E su questo non si discute.
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