Tra i tanti modi di dire e proverbi Italiani, non vi è che l'imbarazzo della scelta nel raccontare la pandemia in corso. Si, perché in un mondo così incerto, affidarsi alle previsioni della cosiddetta "saggezza"popolare, resta (forse) l'unica strada possibile.
A chi non sarà mai capitato almeno una volta di rispondere ad una frase o ad una situazione con un modo di dire o proverbio? O chi invece lo ha messo addirittura in pratica nel quotidiano. (es."chi dorme non piglia pesci").
Chi siano i veri artefici della saggezza popolare, resta pressoché anonimo. E forse non ci è dato sapere, dato che sembrerebbero avere origine con la storia iniziale dell'uomo.
Le origini lontane del Proverbio
“Se sei saggio, sei saggio per te stesso; se sei beffardo, tu solo ne porterai la pena.”
L'invito della saggezza e l'invito della follia.
(Pr 1:20, ecc.; 8) Is 55:1-7
L'ipotesi più accreditata sulla nascita dei Proverbi deriverebbe dalla parola di Salomone, il quale incapace di governare la stirpe di suo padre Davide, chiese a Dio di avere un "Cuore intelligente", per regnare con saggezza e responsabilità. E così fu; tanto che l'autore principale scrisse ben 31 Capitoli sul comportamento da preservare nella quotidianità. Ed in realtà, non molti sanno che tale libro sui proverbi era addirittura contenuto nella Bibbia ebraica, i cui i testi sono risalenti a secoli precedenti della sua scrittura definitiva. Potremo dire che allora i Proverbi, nascono quasi con l'inizio dell'umanità.
La saggezza in poche parole
E' incredibile se si pensa a come poche parole concatenate tra loro, possano esprimere uno stato d'animo se non addirittura fornire una concreta soluzione ad una qualsiasi questione del quotidiano. E soprattutto i proverbi, sono a volte così facili da ricordare se brevi, e terribilmente attuali se si paragonano ai tempi moderni. Comprendere e mettere in pratica un Proverbio o modo di dire, è per moltissime persone uno scelta di vita.
Vi è a tal proposito il Dizionario dei Modi di dire, che è colmo di innumerevoli perle di saggezza popolare. Un libro che fa divertire e che allo steso tempo insegna parole nuove e filosofie nascoste. Insomma, uno di quei libri che non dovrebbe mai mancare in casa se non tenuto vistosamente aperto e semmai pronto per l'uso.
Perché diciamo questo? Ovvio, perché abbiamo bisogno di ricollegarci coi nostri antichi saggi per carpire da loro almeno un briciolo della loro infinita conoscenza e per affrontare con maggiore intuito ed intelligenza questi tempi sempre più incerti.
Proverbi, detti e modi di dire
Quando ci troviamo a ripetere un proverbio, un detto o un modo di dire, ci siamo mai chiesti se esistono delle differenze o se uno vale l'altro? Certamente ci si focalizza sul significato che vogliamo comunicare e non sulla scelta consapevole del cosa e perché. Ed invece esistono (eccome) delle differenze tra le tre locuzioni. In breve, vediamo a cosa servono e come utilizzarle:
Proverbio: nel proverbio vi è sempre un insegnamento morale o lezione di vita, presentato in una frase pressoché sintetica, ma ricca di elementi che aiutano l'uomo attento, a capire il mondo e le sue leggi e rispondere con rima, grazie alla saggezza infinita del Proverbio. Un esempio di come si presenta il proverbio, è riferito a quando invita qualcuno a "non" seguire un certo comportamento; per esempio: "Bacco, tabacco e Venere riducono l’uomo in cenere", o meglio "sia il vino, il fumo che l'amore distruggono l'essere umano".
Detto: è una frase ridondante di massime moraleggianti. Un esempio calzante si ritrova con il seguente detto:"Tutte le strade portano a Roma".
Modo di dire: nel raccontare una certa azione, la caratteristica del modo di dire risiede nell'uso dell'analogia. Per esempio "Tagliare la testa al toro", indica una decisione importante da prendere, a rischio di eventuali danni prossimi, con riferimento dell'azione contro il toro.
Tra Perdita del lavoro, crisi e distanza sociale
Tra proverbi, detti e modi di dire, come abbiamo notato, non vi è che l'imbarazzo della scelta quando si vuol dire qualcosa a qualcuno. E di questi tempi, è proprio la saggezza popolare a ritornare di gran tendenza, come lo strumento comunicativo migliore per raccontare la nostra storia attuale; con le sue inspiegabili dinamiche di narrazione, la "saggezza popolare" indovina sempre la situazione ed in questo caso quella della pandemia e le sue sfumature.
Vediamo allora le locuzioni che secondo OutsiderPost coincidono magicamente con il momento storico del COVID.
Gli è tutto sbagliato, l'è tutto da rifare: Gino Bartoli rese famosa questa frase, che è entrata nell'uso comune di tutti. Bartoli, ricordiamolo, non era un uomo qualsiasi; era innanzitutto un grandissimo campione del ciclismo italiano, e soprattutto un vero eroe di guerra o "giusto tra i giusti". (si dice abbia salvato circa centinaia di ebrei) Le sue parole fanno rabbrividire oggi, perché sono così attuali, capaci di leggere nel caos in cui viviamo. Riprovare continuamente era il motto del Grande Bartoli, mentre la macchina rotta e "sbagliata" nella famosa frase, era in riferimento a quel sistema paese interrotto dalla guerra e dai meccanismi burocrati lenti che rallentavano la crescita effettiva dell'Italia. Si intravede una profetica frase della storia che associata all'attualità, non perde del suo implicito contenuto.
Avere il sedere per terra: Lo ritroviamo nei cartelli delle proteste delle moltissime persone che a causa del Covid hanno perso purtroppo il lavoro e si trovano in questi mesi in gravi condizioni economiche. Quindi, "ritrovarsi sul lastrico", oppure "essere col sedere all'aria" sono altri sinonimi di "avere il sedere per terra"; in pratica è un modo di dire, che esprime problemi finanziari e che deriva da un fatto lontano della Firenze medievale, in cui vi era l'usanza di punire i debitori, mettendoli con le brache calate sulla lastra di marmo, con ripetute battute sulle natiche nude.
Meglio soli che male accompagnati: sembra essere scritto per la situazione surreale di Lockdown vissuta da tutti nell'ultimo anno. Il detto, che è ben intuibile, vuole intendere che nella solitudine, si trova a volte miglior conforto e sincera compagnia, di chi si incontra per strada o di chi si conosce ma risulta comunque inaffidabile. Ma anche che bisognerebbe imparare a scegliere con maggior consapevolezza le amicizie. Oggi, con l'uso della mascherina e della distanza sociale, questa locuzione oltre che riflettere esattamente i tempi del Covid, mostra un lato poco felice di alcune persone, che preferiscono non socializzare per non mettere a rischio la propria salute, e preferendo la solitudine alla compagnia.
Procedere spediti o rimanere impantanati
Con i se e con i ma la storia non si fa: frase di origine pressoché recente, sembra attribuita al noto conduttore televisivo, attore e professore di Storia Medievale Alessandro Cutolo, personaggio noto soprattutto negli anni 50 e 60, il quale con la sua spiccata ironia partenopea era capace di intuire i tempi attraverso la suddetta locuzione, che recitava così:"Con i se non si fa mai la storia, e nessuno può dire con serietà quello che sarebbe avvenuto ove la storia non avesse camminato come effettivamente ha camminato." Un modo di dire che riflette bene i tempi odierni, dato che le decisioni prese in ambito Covid, sono all'ordine del giorno nei dibattiti infiniti del "se e ma". Ma i fatti restano comunque fatti e spesso l'uso irragionevole del pericoloso "se e ma", invece di aprire a nuove ipotetiche soluzioni per il futuro, crea dei vortici ambigui e di fraintendimento sul momento attuale. Ciò per dire che giusto o sbagliato, se una una scelta è stata presa, vale la pena rifletterci per interpretarla, ma poi andare decisamente avanti.
La legge non ammette ignoranza: una delle sigle più utilizzate e riportate dai Talk show e Telegiornali, è senza dubbio quella del DPCM, (o meglio del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri ed ora Decreto legge) che da un anno a questa parte è la linea guida degli Italiani nei spostamenti e varie restrizioni, legate al Covid. Chi non segue le suddette regole, viene ovviamente perseguito dalla legge e multato. Pertanto, come riportato dalla locuzione latina Ignorantia iuris neminem excusat e Ignorantia legis neminem excusat (famosa in ambito legale) si presuppone che ogni cittadino deve essere a conoscenza delle leggi, per poter evitare di incorrere a multe ed altro. Anche se può verificarsi il caso che l'ignoranza risulti scusabile, qualora una legge non sia chiara o vi sia una disinformazione di carattere collettivo (vedi la sentenza del 1988, la n. 364). Sta di fatto che ancora una volta, la massima calza a pennello la situazione attuale di emergenza.
Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire: In questo lungo anno di divieti, mascherine e distanza sociale, vi sono certamente persone che non hanno seguito alla lettera le misure restrittive. Basti pensare quando ci si trova al supermercato e si trova qualcuno che non rispetta la distanza della fila o che preferisce tenere la mascherina abbassata (sotto il naso). Tutti piccoli esempi, ma espliciti, che si rifanno perfettamente al detto cui sopra, dato che il vero sordo è colui che con ostinata volontà non intende ascoltare e che per scelta o disinteresse, si volta dall'altra parte e continua con le sue vecchie abitudini. Sarà pertanto inutile far comprendere il valore di tali parole a chi non è interessato alcunché. Mai un detto fu così veritiero, se ci pensate.
Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare: il proverbio era già usato ai tempi dei Latini, che così recitava: "Aliud est dicere, aliud est facere". Il significato è semplice e diretto e riguarda tutti coloro che promettono ma che poi non mantengono. Se ci pensate bene, quanti politici o celebrità varie hanno usufruito inconsapevolmente (o consapevolmente) di tale frase per compiacere l'audience e senza giungere al dunque? E adesso, poi, vi sono una miriade di esempi validi sulle mille parole spese a favore di una possibile ripresa economica o risoluzione del Covid con l'uso del vaccino. Vale la pena quindi analizzare il fatto e poi considerare quello che vive in mezzo tra la parola e l'azione, e cioè l'immensità del mare, appunto.
Covid e Lockdown nel mondo
Ambasciator non porta pena: questo modo di dire, si ritrova addirittura nel Capitolo V dei Promessi Sposi del celeberrimo Alessandro Manzoni, il cui significato chiarisce il ruolo se pur sgradevole del messaggero, come solo portatore di cattive novelle, e non radice del problema. In riferimento all'attualità, il portavoce di brutte notizie, si traduce con le figure di Ministri, giornalisti e scienziati, i quali annunciano l'infausta notizia ogni giorno, attraverso numeri e decreti. Ancora una volta, una frase particolarmente azzeccata, perfetta per raccontare l'interminabile annus terribilis che tutti noi stiamo vivendo.
Non c’è due senza tre: tale proverbio può continuare con (...e il quattro vien da sé), per indicare che un evento, se ripetuto due volte, è molto probabile che avvenga per una terza volta. Tale perla di saggezza si addice perfettamente alle tante ondate di Contagio da Covid, che stanno attraversando l'Italia da ormai un anno (al momento siamo già a quota tre). Ci sono virologi, che addirittura stanno già annunciando una "quarta ondata" in arrivo il prossimo autunno; pertanto la locuzione non sbaglia, anzi si conferma quasi matematicamente esatta!
Paese che vai usanza che trovi: è un proverbio super attuale, che rimanda alla gestione di come ogni paese sta affrontando il Covid, oggi. Anche se ci sono delle direttive Europee (per quanto riguarda l'UE), ogni Nazione di tutto il mondo si presta a cercare risoluzioni in linea con la propria sovranità, nei vari momenti di lockdown e coprifuoco in diversi modi, ed in considerazione dai numeri giornalieri del contagio e dell'economia stessa. Se ci spostiamo in un altro paese, quindi, dobbiamo ricordarci questo modo di dire, che è soprattutto uno stile di vita e di cultura differente dal nostro e pertanto, dobbiamo essere capaci di adattarci il più umilmente possibile.
Usare il bastone e la carota: l'alternanza delle restrizioni da Covid a quelle più estensive, sembra essere il rituale d'espressione del 2020 e del 2021, ovunque nel mondo. Tale frase, per chi non lo sapesse, derivava da una serie di articoli che Benito Mussolini pubblicò nel Corriere della Sera del 1944, in cui oltre a raccontare i fatti ed avvenimenti più tragici di quel momento, egli esortava all'uso del bastone e poi della carota per trattare correttamente i cittadini Italiani.
Pira cotta, pira crua, dognunu a domu sua: è un detto sardo che vuol dire "pera matura, pera acerba", in pratica che ognuno torni a casa propria. Stare a casa è infatti tra le regole principali del Lockdown per fermare il contagio da Covid. L'origine del modo di dire viene dalla Sardegna, ma sfortunatamente non si hanno ulteriori informazioni e storia a riguardo, se non l'invito chiaro che dopo un qualsiasi incontro per strada, (aggiungiamo con la dovuta distanza) pur se gradevole, finisce sempre col ritorno a casa. Qualcuno direbbe anche: "tante belle parole, ma poi ognuno a casa sua". Fate voi la vostra scelta.
Siamo alle porte co' sassi (coprifuoco): per chi non è Fiorentino, sarà difficile comprendere questo vecchio modo di dire. In breve, in tempi medievali la città di Firenze, apriva e chiudeva le sue porte ogni giorno e pertanto le persone dovevano sbrigarsi di rientrare in tempo. Una sorta di coprifuoco, quindi, se ci pensate bene. E coloro che a pochi metri restavano fuori mentre chiudevano la suddetta porta, sollecitavano con dei sassi affinché si rallentasse la chiusura definitiva. Potremo anche aggiungere che:"chi è fuori è fuori, chi è dentro è dentro", per indicare che una certa scelta difronte all'imposizione di un ultimatum, può causare delle conseguenze positive oppure negative. (basti pensare alle multe)
Guardare il futuro con speranza ed opportunità
Non tutti i mali vengono per nuocere: attraverso la situazione del Covid (non ancora risolta) è davvero difficile per moltissime persone riuscire a vedere il bicchiere mezzo pieno anziché mezzo vuoto. Ma infondo a tutto il caos e la preoccupazione che sembra controllare le nostre vite, vi è sempre la presenza di una piccola finestra a nostra disposizione, da cui poter scorgere un mondo relativamente nuovo e diverso. Quella finestra da cui osservare le cose in modo alternativo, non è altro che l'opportunità che si presenta davanti ai nostri occhi, per liberarci dall'ossessione del problema che ci affligge. Imparare a scoprire il lato positivo delle cose, o cogliere l'occasione dietro l'avversità od ancora la lezione dietro la sofferenza, è certamente l'atteggiamento migliore per andare oltre ed evolvere profondamente in questi tempi incerti.
La speranza è l’ultima a morire: Se ci pensiamo bene, infondo al tunnel più cupo ritroviamo sempre quella luce di speranza, che ci fa sperare che le cose possano migliorare. Soprattutto è adesso, con la pandemia in corso, che notiamo come le persone cercano di mantenere viva quella speranza, pur sottile, affinché tutto passi prima e poi e possa tornare di nuovo il sole. Ma l'origine di questo bellissimo detto, ha una storia davvero interessante: dall'antica Grecia, Prometeo, rubò a Zeus il fuoco per regalarlo agli uomini. Ma la furia di Zeus fu così grande, che oltre a punire lui, egli decise di punire i mortali con la creazione di una fanciulla, detta Pandora, la quale doveva custodire un vaso con tutti i doni della terra, ma che poi ella stessa non avrebbe mai dovuto aprire. Così non fu, ed ecco che dal vaso uscirono tutti i mali e in ultimo ad uscire fu appunto la speranza. Ed anche noi ci affidiamo ad essa, ora più che mai.
OutsiderPOST consiglia:
"Dizionario dei Modi di dire", di Giuseppe Pittàno, Zanichelli Ed. 2009.
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