Quando il giornalismo d'inchiesta incontra la buona tavola, il risultato è un grande scoop e un mistero (quasi) risolto.
Vi è al momento un mistero in USA che sta appassionando tutti e che riguarda le tavole degli americani che non possono più deliziarsi il palato, lo stomaco ed il buonumore con il particolare formato di pasta dei bucatini, dato che sono letteralmente "dissolti" nel nulla.
La causa non riguarda l'acquisto forsennato dei consumatori per accaparrarsi l'ultima confezione della pasta più amata e di tendenza (come si potrebbe supporre), ma vi sono altre ragioni che hanno portato ad un vero Bucatinigate.
Vediamo allora nel dettaglio cosa è successo.
Il mistero dei bucatini scomparsi
La storia del Bucatinigate ha inizio con la pandemia, all'inizio del marzo 2020. Da quel momento si nota la mancanza di una particolare pasta gialla dai scaffali dei maggiori supermercati americani: e cioè degli intramontabili e super gustosi bucatini. Chi si accorge della sua fortuita ma inconsueta "scomparsa", è la giornalista Rachel Handler del sito gastronomico Grub Street, che facendo un giro a New York presso i suoi luoghi italiani preferiti non ne trova neanche una confezione disponibile. Il mistero quindi si infittisce e si chiede dove diavolo siano andati a finire. Ecco, che allora la stessa Rachel decide di intraprendere una vera e propria indagine d'inchiesta per ricercare le cause dello "shortage" che ha sconvolto le tavole americane e della sua "favorite pasta ever".
La consapevolezza di chiamarsi "Bucatini"
Intendiamoci bene. La pasta è buona in tutte le forme; l'unico vero consiglio è quello di preservare la miglior cottura possibile per poterla gustare al meglio (come descritto specificatamente sulla confezione). E tanto per fare un breve riepilogo, ecco le principali famiglie di pasta:
pasta corta: di semola di grano duro (penne rigate, rigatoni, fusilli, maccheroni, etc)
pasta lunga: di semola di grano duro, (spaghetti, linguine, Bucatini, vermicelli etc)
pasta fresca: tortellini, cappelletti
pasta all'uovo: lasagne, ravioli
Ma i bucatini, hanno una storia a parte. Derivano dalla famiglia della pasta lunga, di grano duro, ma risultano ampiamente più ruvidi, con un foro all'interno che velocizza la cottura e rende i sughi più gustosi, grazie alla capacità di trattenere bene la salsa. I bucatini non sono quindi come gli altri tipi di pasta. Non si parla solo di eccellenza, che è presente su tutta la linea produttiva dei molti tipi di pasta), ma nella flessibilità di accogliere perfettamente gli altri sapori della cucina e di :
favorire la cottura perfetta attraverso il foro interno o trafilata in bronzo;
accogliere meglio le varie salse (di pomodoro, l'uovo e il pecorino) grazie alla sua ruvidità della superficie;
far vivere un esperienza unica del gusto.
Inoltre, i bucatini sono diventati negli ultimi anni la pasta più richiesta nei Ristoranti più alla moda degli Stati Uniti, grazie alla particolare cura nella presentazione del piatto e soprattutto alla convivialità che la "Pasta bucata" crea tra i commensali e dove l'eccellenza del gusto incontra sia gli occhi che il palato. Come rimarca Rachel Handler nella sua inchiesta, i Bucatini hanno una certa personalità, che offrono la prima interazione sociale con la pasta, dato che si tratta di una esperienza in crescendo di emozioni sensoriali.
“Ma ecco il vero segreto del successo di questa pasta: I bucatini sono divertenti da mangiare. I bucatini forniscono questa gioia dieci volte tanto. Gli spaghetti sono unidimensionali, ma il loro contrappunto vuoto è una delizia, fornendo un mix di salsa, carboidrati densi e sacche d'aria che fanno rumori divertenti quando li si succhia. I bucatini sono una lezione sulla follia del dogma, un caso contro l'impegno assoluto verso un ideale. Io sono una persona da pasta corta. Ma sono disposto a fare delle eccezioni. Bucatini mi ha insegnato la flessibilità e l'accettazione. Grazie, bucatini. Ti amo." Review del Bon Appétit, 2018
Dalla recensione poetica espressa per i Bucatini dalla rivista culinaria americana "Bon Appetit"del 2018, menzionata nell'articolo del Grub Street, OUTSIDER POST, a tal proposito, suggerisce "La cucina Italiana", una delle riviste più autorevoli nel settore, che dedica una vasta pagina ai tantissimi Bucatini Lovers, ma anche a chi non li conosce ancora, tutta da provare con le migliori ricette di Bucatini e gli abbinamenti più golosi. Una vera esperienza di colori e sapori che soltanto i bucatini possono offrire.
Chi ha incastrato i Bucatini?
Nel 2020 in Italia, a mancare sono state soprattutto le mascherine, guanti e gel per le mani, mentre la pasta (a differenza degli USA) non ha rischiato di svanire dagli scaffali, e così per i mitici Bucatini. Il mercato interno è riuscito infatti a salvaguardare la cosiddetta scorta a livello nazionale, continuando a produrre anche durante la pandemia. Inoltre, la pasta che è "l'alimento più amato sulle nostre tavole", come richiama l'Unione Italiana Food, ed il prodotto italiano più esportato all'estero, che ha visto per il solo primo semestre del 2020, un incremento del 30%, accertato anche dal "Il sole 24 ore".
E allora chi ha incastrato i Bucatini e perché sono scomparsi in America?
Tornando all'indagine che Rachel Handler ha portato avanti nei mesi precedenti ed iniziata per pura curiosità e passione viscerale verso i Bucatini, sono state svelate delle verità che la stessa Rachel non si sarebbe mai aspettata di conoscere. Le varie tappe nella ricostruzione della scomparsa e parziale risoluzione dell'affascinante mistero dei "Bucatinigate", è così sintetizzato:
Marzo: già non si trovano i Bucatini nei vari Supermercati Americani, (Whole foods, Russo’s, New York Market e Key Food) mentre sono disponibili gli altri tipi di pasta;
Maggio: discussioni su Zoom con amici e colleghi per carpire qualche informazione extra sulla loro scomparsa. Si vocifera che la scarsità derivi dalla pandemia in corso;
Estate/Autunno: la ricerca si estende in tutto il paese ma senza risultati, dato che anche gli altri stati non hanno nessuna disponibilità dei Bucatini e non si hanno previsioni positive neanche per i prossimi mesi;
Ottobre: Rachel scrive una mail al Manager del servizio clienti della De Cecco, (il suo brand preferito), il quale risponde, segnalando che esiste un problema con il Food and Drug Association, che non fa arrivare la pasta sul suolo americano;
Una settimana dopo: Rachel scrive alla National Pasta Association per saperne di più su questo blocco. Rosario del Nero, la introduce poi al CEO il quale gli conferma ciò che appena scoperto dal sito FDA in un report del 30 marzo 2020, dove si specifica la sigla"Maccheroni arricchiti" ai suddetti Bucatini;
Successivamente: ora è chiaro che la FDA ha bloccato l'importazione perché i Bucatini hanno un livello di ferro inferiore (di circa 2, 1 milligrammi) a quello classificato e che deve essere aggiornato agli standard dei "Maccheroni arricchiti". Dopo la comunicazione della FDA, Rachel prova a rimettersi in contatto con la De Cecco per arrivare ad una risoluzione, ma prima richiede alla FDA di accedere alle copie inerenti le "allerte" nei confronti della De Cecco.
Alla fine della sua inchiesta, la giornalista Neworkese riesce ad accedere ai files della FDA ed avere una spiegazione completa su tutta la questione dei "Maccheroni arricchiti", che sono i reali colpevoli di aver incastrato i Bucatini, a non essere più visibili sulle tavole Americane.
"La gente merita di sapere"
La giornalista arriva alla soluzione del caso, così potremmo dire. Infatti, i documenti e la spiegazione della FDA raccontano una storia interessante e cioè:
che durante il secondo conflitto furono introdotti degli Standard di identità di nutrizione con il termine di "arricchiti", riguardanti i prodotti importati negli Stati Uniti, che però hanno messo ad un duro confronto reciproco, la Big Pasta e i Noodles Manufactures. La De Cecco si è pertanto trovata in questa diatriba dopo un controllo di sorveglianza, in cui sembravano non essere rispettati tali indicazioni.
Vi è anche un altra versione non confermata che vede un concorrente fare pressioni all'agenzia nei confronti della azienda in questione. Quello che conta è che comunque : "la gente merita di sapere", come ha sottolineato la giornalista, e per capire se i bucatini toneranno prima o poi negli stati Uniti.
Quindi le ragioni della scomparsa sarebbero:
l'elevata domanda di pasta, che necessita poi di essere "arricchita" di altri 2,1 milligrammi di ferro per il mercato statunitense;
Intervento di blocco alle dogane USA da parte della FDA, dopo il controllo degli standard non rispettati sulla quantità di ferro;
I tempi di attesa per ritrovare i famosi Bucatini sugli scaffali dei Supermercati, non sembrano così immediati, visto che la giornalista ha recentemente contattato la De Cecco a Febbraio per sapere del futuro della sua pasta preferita. Pur se i tempi sono piuttosto incerti, la questione si sta comunque muovendo in direzione favorevole, per un ritorno in USA nel 2021.
L'impero della Pasta ai tempi del Covid
L'impresa coraggiosa di Rachel Handler, che è riuscita a rivelare lo scoop e risolvere il mistero dei bucatini con tenacia, fornendo ai consumatori informazioni sul settore del cibo, ci pone alcuni quesiti che vale la pena discutere celermente.
La prima riflessione riguarda ovviamente l'impero della Pasta, che ai tempi del Covid, vede intensificare la propria produzione con l'aumento conseguente sia dei fatturati interni che nell'export, come mai nel passato e che a differenza di altri settori, non conosce crisi.
La seconda riflessione vede le maggiori aziende di Pasta in una improbabile guerra infinita, a colpi di numeri, controlli e strategie di marketing che arrivano ai consumatori tramite messaggi confusi, e disorientando nell'acquisto finale.
Va da se che gli standard di identità utilizzati dal dopoguerra non sono più conformi ai tempi che viviamo e che necessiterebbero di modifiche da parte del Congresso Americano, per poter essere aggiornati ai nuovi slanci culturali, offrendo semmai una varietà di pasta a scelta del consumatore (es. preferenza con o poco ferro).
un punto non chiarito nella minuziosa indagine della giornalista del Grub Street, forse volontariamente, è il fatto che a scomparire siano proprio i suoi Bucatini preferiti (De Cecco); ma non è mai stato specificato se gli altri marchi fossero comunque disponibili nel paese, oppure no. Dato che il cavillo sul ferro è nei confronti di quell'azienda soltanto, un eventuale compromesso nell'utilizzo di altri marchi non viene neanche messo in discussione. La domanda allora se i bucatini non disponibili sono assoluti? e se cosi fosse, il problema del ferro mancante è molto più complesso e ampio, rispetto ad un solo brand accertato.
Un ultima breve valutazione si rivolge ai prodotti Italiani, che non hanno certo bisogno (secondo OUTSIDER POST) di alcunché "adjustments" per essere accettati nei mercati esteri, ma semplicemente accolti per come sono e cioé: Originali e soprattutto non arricchiti.
Se il problema è colmare la minuscola quantità di ferro assente, si possono sempre consigliare dei bucatini ai spinaci, semmai. Perché la pasta non può mancare, dato che stimola anche la serotonina, ormone del buon umore ed aiuta il sistema nervoso a lavorare più efficacemente. Ed infine perché la pasta Made in Italy per la sua eccellenza, ed unicità inimitabile, non si tocca. Semmai si mangia!
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