Con l'assalto a Capitol Hill, la democrazia vive i suoi giorni più difficili. Le sfide che infatti la nuova amministrazione Biden-Harris dovranno affrontare riguarderanno l'emergenza Covid, l'economia Americana ma anche l'ombra di un certo Trump che intende creare il suo Patriot Party in opposizione alla nuova Presidenza.
Le elezioni americane del 2020, verranno senza dubbio ricordate come "Le elezioni della prima volta". Tra tutte, è infatti la prima volta che una donna afroamericana, Khamala Harris, diventa vice Presidente; ed è anche la prima volta che il Presidente eletto, sia il più Anziano di sempre (78 anni per Joe Biden); ed è anche la prima volta che una senatrice Transgender è presente nel Congresso.
Tra gli curiosi aneddoti legati alle tante "prime volte" delle elezioni USA 2020, non sfugge anche ai più distratti, che il Presidente uscente, Donald Trump, non si sia nemmeno congratulato con il neo vincitore Joe Biden, decidendo al contrario di non presenziare per il giorno del giuramento.
Nello specifico, il No di Trump ha un seguito importante, che non deve essere sottovalutato; quel pezzo di Stati Uniti che non ha infatti riconosciuto i risultati elettorali, ha poi riversato il suo dissenso attraverso una tempesta perfetta, occupando la sede della democrazia Americana, e cioè in Capitol Hill.
Fin da subito, i media parlano di assalto al Campidoglio, ideato da una folla eterogenea di sostenitori di Trump, con lo scopo di impedire la formalizzazione della vittoria elettorale di Biden. Da sottolineare, che le scene impietose che tutto il mondo ha assistito sbigottito lo scorso 6 gennaio a Washington, sono ovviamente una prima volta che non avremmo mai voluto vedere.
I possibili colpevoli di Capitol Hill
"Tutti gli americani sono rimasti inorriditi dall'assalto al nostro Campidoglio. La violenza politica è un attacco contro tutto ciò che ci è caro come americani. Non può mai essere tollerata". (Nell'ultimo discorso di Trump a fine mandato)
E' necessario analizzare con pensiero critico quali siano i responsabili dell'attacco del Campidoglio che hanno spinto centinaia di persone a compiere il drammatico gesto di sommossa.
Tra i primi evidenti accusati, vi è l'ormai ex Presidente Donald Trump. I vari Twitter e il discorso di incitamento all'insurrezione avvenuto davanti a Capitol Hill il 6 gennaio, ne sono un fatto tristemente noto, che lo hanno portato di lì a poco verso la procedura di Impeachment, già approvata tra l'altro dalla Camera.
Nel "suo spingersi oltre misura", (a detta di alcuni della sua squadra alla Casa Bianca), lo stesso Trump, secondo il Wall Street Journal, risponde con forza all'idea di voler creare un suo partito in opposizione a quello Repubblicano, con il nome di "Patriot Party". Inoltre, nel suo ultimo discorso alla Casa Bianca, Trump ha declamato con orgoglio il buon operato espresso durante la sua amministrazione senza mai aver intrapreso guerre; ma nel contempo stigmatizza duramente i fatti di Capitol Hill.
Oltre alla responsabilità di Trump, gli altri possibili responsabili e di cui l'FBI sta compiendo delle importanti indagini a riguardo, si ritrovano anche:
i cosiddetti "Patriot Riots"o attivisti di estrema destra e celebrità di internet, presenti anche nel Forum online QAnon, che è legato a varie teorie del complotto e che hanno riconosciuto in Trump il salvatore dalla corruzione politica;
la disinformazione in generale (Media e Social), che genera ulteriore divisione tra le persone, sviluppando odio e rabbia sociale, soprattutto nelle classi meno istruite;
gli algoritmi, che regolano i social media, i quali indirizzano un utente a seguire pagine simili riguardanti un certo argomento o in questo caso "Teoria del Complotto".
Infine, ci chiediamo se è la stessa società americana a considerarsi responsabile indiretta, dato che sembra aver perso la fede proprio in quei valori fondanti della American Constitution, quali libertà, democrazia e verità. Quei valori imprescindibili che stanno vivendo oggi giorni difficili, dato che la democrazia risulta alquanto fragile e malata. Sta di fatto, che la sconfitta mai accettata del Presidente in carica, le polemiche continue e le successive denunce per i probabili brogli durante le elezioni, ha inverosimilmente scatenato la cosiddetta "Tempesta perfetta"nel cuore della democrazia americana e forse non è un caso.
E si tratta soprattutto di un fatto unico nella storia americana, che non solo colpisce la democrazia americana, ma nel suo significato più profondo, il mondo intero.
Crisi della civiltà Stelle e Strisce
Quello che è accaduto a Washington è innanzitutto una crisi di carattere politico molto profonda e che richiama in primis alla crisi della civiltà americana.
In particolare, il modello democratico statunitense, messo in discussione dalle scene di incursione a Capitol Hill, riflette una grande porzione degli USA disillusa e poco ascoltata per anni. E certamente quello che ci aspetta per l'anno appena iniziato, non sembra essere di buon auspicio. Si temono infatti altre proteste, ancora più violente in tutto il paese.
Da notare, che la natura democraticamente benevola degli USA espressa in tutti questi anni, rileva altresì un modello evidentemente diverso e cioè: prettamente capitalista e di natura monetaria. Tra le guerre intestine che si combattono nel suolo americano, (Deep State) e quelle di classe tra poveri sempre poveri contro i super ricchi che governano il resto del paese, è evidente la profonda lesione che si è creata negli Stati Uniti, visibile agli occhi di tutti e difficilmente risolvibile ora.
In relazione ai fatti di Capitol Hill, ci chiediamo allora che tipo di democrazia è mai questa? E se può il solo Populismo esserne la causa principale, come esaltazione dei sentimenti del popolo contro il modello delle democrazie rappresentative?
I dubbi ovviamente restano, mentre è evidente che il declino della democrazia statunitense, non è l’unico caso; anzi, le altre democrazie occidentali, non riuscendo più a garantire diritti e libertà ai cittadini, anche a causa della pandemia del Covid-19, si tengono in piedi attraverso accordi siglati sconvenienti per le stesse economie europee, le quali rispondono con l'aumento di tagli e di misure restrittive a sfavore soprattutto dei cittadini.
Che sia dunque arrivato al tramonto la civiltà occidentale, nel suo insieme?
Il potere sovrastatale dei grandi Social Media
“I fatti di Capitol Hill- Hanno segnato un punto di svolta nella battaglia per il controllo del discorso digitale”. Snowden
È evidente ormai che i Social, quali Facebook, Instagram e Twitter, i quali hanno sospeso gli account del Presidente degli Stati Uniti subito dopo Capitol Hill, acquisiscono chiaramente un ruolo centrale in tutta questa storia ed in maniera alquanto inaspettata. Se non fosse, che si trattasse del Presidente Donald Trump ancora in carica, la sospensione temporanea o definitiva, può considerarsi un atto pressoché democratico, nel senso che, laddove ci fossero delle violazioni particolari che disturbano in modo diretto la Social Community, i colossi digital possono intervenire liberamente e tempestivamente. Ma in virtù del fatto che tali giganti della tecnologia, possono addirittura imbavagliare tutti coloro che non si allineano al pensiero unico, risulta ahimè un ipotesi inquietante e da tenerne comunque conto. Come ha evidenziato anche Snowden in merito ai fatti di Capitol Hill, l’intervento dei Social media nei confronti del presidente Trump “Ha segnato un punto di svolta nella battaglia per il controllo del discorso digitale”.
E' necessario chiedersi se nel futuro dei Social, il potere sovrastale acquisito nel decidere di bannare un Presidente Americano oppure no, è solo l'inizio di una vera rivoluzione digitale oppure di una bomba a orologeria nel mondo reale? E tanto per essere chiari: gli atti avvenuti a Washington sono ben poco giustificabili, sia in termini di decenza che rispetto del luogo in cui si è svolta l'azione, ma il gesto di isolare Trump è risultato davvero poco democratico agli occhi dei milioni di utenti nel mondo; e pur se la salute mentale del "condannato" risultasse in bilico (come molti evidenziano), la libertà di espressione deve proseguire il suo cammino, proprio in nome della Sacrosanta Democrazia.
Trump, l'uomo più ammirato dai Sondaggi nel 2020
"Trump, lo scorso anno ha lasciato all'ex presidente Barack Obama tale onore, ma quest'anno lo ha scalzato. Il primo posto di Trump mette fine al regno di 12 anni di Obama come uomo più ammirato, un titolo detenuto da Dwight Eisenhower per la maggior parte in assoluto". Comunicato Stampa - Gallup -
La Gallup, società americana nota per i sondaggi di opinione condotti in tutto il mondo, ha appena premiato inaspettatamente Trump come uomo più ammirato al mondo per il 2020. Lo stesso Trump, ha addirittura scalzato Barack Obama dal podio, mantenuto saldamente negli ultimi 12 anni e scavalcando nel contempo il contendente Joe Biden, di ben 12 posizioni. Il fatto, di per se, non sembra rilevante, ma in tempi così esagitati, una tale vittoria da parte di Trump, può rivelarsi paradossale se non pericolosa, alimentando eventuali esaltazioni nei suoi più accesi sostenitori. A tale sondaggio popolare, Capitol Hill, risponde invece a Trump con una seconda procedura di Impeachment e a pochi giorni dalla fine del suo mandato presidenziale. In un solo giorno, la Camera ha infatti approvato la mozione per “incitamento alla insurrezione”. (Al momento si attende la conferma definitiva da parte del Senato).
Una storia infinita, dunque, iniziata già prima delle elezioni, con accuse di brogli da parte di Trump e di Biden, che tenterà il tutto per tutto di ristabilire l'ordine, con il suo motto di "Build Back Better", appena inizierà il suo mandato ufficiale. A tal proposito, Biden e la sua vice Khamala Harris, hanno appena annunciato un piano vaccini di 100 milioni di dosi da distribuire in circa 100 giorni. L'arduo compito di intervenire responsabilmente in tempi rapidi sull'emergenza Covid, è quindi un tema di primaria importanza ed una prova decisiva per la nuova Presidenza Biden. Ma in un contesto così drammatico e poco gestibile, rimane sempre viva l'incognita Trump, che con le sue prossime mosse ed una tempesta perfetta in atto, l'odissea Biden Trump non è forse conclusa.
Verso una Primavera Americana?
"Se gli Stati Uniti vedessero cosa stanno facendo gli Stati Uniti negli Stati Uniti, gli Stati Uniti invaderebbero gli Stati Uniti per liberare gli Stati Uniti dalla tirannia degli Stati Uniti”. (Tweet di Mohamad Safa, rappresentante permanente libanese presso le Nazioni Unite)
A seguito dei fatti di Capitol Hill che hanno scioccato il mondo intero, vi è un tweet interessante di Mohamad Safa, rappresentante permanente libanese presso le Nazioni Unite che semplifica lucidamente le vicissitudini che gli USA stanno vivendo oggi, affermando appunto che: "Se gli Stati Uniti vedessero cosa stanno facendo gli Stati Uniti negli Stati Uniti, gli Stati Uniti invaderebbero gli Stati Uniti per liberare gli Stati Uniti dalla tirannia degli Stati Uniti”.
E mentre l'FBI sta ancora svolgendo le sue indagini per trovare i veri colpevoli, ci chiediamo se la tempesta del 6 gennaio, potrebbe rivelarsi l'inizio di una nuova guerra civile, con proteste sempre più violente in ogni parte degli Stati Uniti.
Noi speriamo davvero di no. Anche se vi sono da tempo evidenti segnali di "Forze opposte" che lottano nello stesso suolo Americano e che riflettono in modo più ampio un clima di contrasto propagato ormai a livello internazionale, ed intensificato con l'inizio del Covid, in particolare tra:
lotta di classi sociali (tra ricchi e poveri);
lotta di civiltà (tra la visione democratica occidentale e quella orientale);
lotta di umanità (tra il senso di essere umano e quello di divenire transumano).
L'eventualità che una Primavera Americana (come le ben note "Primavere Arabe") esploda anche nel territorio americano, resta fortunatamente solo un ipotesi al momento, anche se pur sempre possibile, a detta degli esperti politologi e storici.
Ecco che allora: la creazione del partito di Trump, la presenza dei rivoltosi Suprematisti bianchi, paramilitari, QAnon, la crisi della democrazia, la situazione Covid in continua crescita negli Stati Uniti, sono soltanto alcuni degli aspetti a rendere plausibile l'effettiva circostanza che si attivi una stagione calda, per gli Stati Uniti, ma non solo.
Ci sono infine due immagini potenti, che vanno sottolineate e che possono spiegare meglio delle parole, il significato implicito legato agli accadimenti di Capitol Hill, in cui la comunicazione utilizzata dai "Patriot Riots", richiama ad una perdita della coscienza civica ed un atto di sfida sia verso il sistema che verso la stessa storia americana (che non va però confusa con un colpo di stato), con l'utilizzo:
della bandiera dei Confederati, portata con disinvoltura sulla spalla all'interno del Campidoglio (da notare come tale gesto non fosse avvenuto neanche durante la "guerra civile");
della forca esposta fuori il Campidoglio; la foto immortalata da molte agenzie con lo sfondo dell'edificio storico, diventa immediatamente virale ed uno degli scatti emblema di quel giorno.
I due simboli degli Stati Uniti, (bandiera e Campidoglio "impiccato") utilizzati impunemente per rimarcare la frode elettorale ai danni di Trump, pongono altresì un ultimo ma importante quesito sulla questione della democrazia e cioè: "se davvero il suo significato sta venendo sempre meno oppure se invece la nuova forma di Socialcrazia di stampo Orwelliano, nella versione riadattata del 2021 sarà il prossimo futuro della democrazia postmoderna".
Vedremo se sarà davvero cosi...
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